Interpellanze sulla “bocciatura” del comune da parte della Corte dei Conti e sulla copertura assicurativa per le attività di volontariato

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Il M5S Faenza ha presentato due interrogazioni rivolte all’amministrazione comunale.

Una, apparsa sulla stampa in questi giorni, segnala le diciotto irregolarità che la sezione regionale della Corte dei Conti ha scovato all’interno del sistema di controllo interno del Comune di Faenza. Alcune riguardano il controllo di gestione e strategico, altre gli equilibri finanziarie e le partecipate. Nessun altro ente ci risulta abbia avuto rilievi così numerosi riguardo alle irregolarità contabili. Vogliamo sapere di che cosa si tratta, perchè non sono ancora state sanate e, soprattutto, se possono produrre effetti anche sulla regolarità contabile attuale.

La seconda, riguarda la copertura assicurativa per persone che svolgono attività di volontariato in progetti con finalità sociali. Quest’amministrazione ha, in diverse occasioni, considerato la necessità di coprire il rischio di infortunio ed il relativo costo come un impedimento all’accoglimento delle attività di volontariato in iniziative sociali che i cittadini hanno già in passato offerto al Comune e che il Comune stesso può sollecitare nell’ambito di una attività civica che può andare a beneficio di tutta la collettività. E’ evidente l’ampio ambito di applicazione. Di conseguenza, le nostre domande fatte al Sindaco e alla Giunta sono state: se in relazione a progetti di volontariato sociale è stata valutata ed utilizzata l’opportunità offerta nel biennio trascorso e se sono stati pianificati progetti per i quali si intende avvalersi di questo Fondo. La risposta, in questo caso già arrivata, non ci ha soddisfatto. L’ampia illustrazione del funzionamento del Fondo, non era richiesta; è, infatti, disponibile sul sito ministeriale. Hanno dichiarato che ad oggi non sono pervenute nè proposte da parte delle Associazioni, nè disponibilità individuali da parte di soggetti beneficiari di misure di sostegno al reddito, dimostrando che il dichiarato impegno a far conoscere questo strumento non ha sortito effetti. Hanno dimostrato di non conoscere progetti patrocinati dal Comune che hanno fatto ricorso a questa copertura (nel 2014 dall’Associazione Skaramakai – Progetto Piedibus). E soprattutto, hanno dimostrato assenza di lungimiranza nel considerare questa opportunità relativamente a progetti in fase di avvio. Forse semplicemente perchè non considerano che il Comune può essere promotore e parte di questi progetti. Come deve essere nel caso del “Baratto Amministrativo”, il cui percorso di trasformazione da mozione approvata all’unanimità a pratica concretamente realizzata ci preoccupa molto, a partire dai tempi che sembra richiedere, a dispetto del fatto che la maggior parte dei Comuni che ha già approvato una mozione analoga ha già anche approvato il regolamento attuativo.

AGGIORNAMENTO

La risposta dell’amministrazione alla nostra interpellanza del Consiglio Comunale del 29/2/16 sulla valutazione della sezione regionale della Corte dei Conti sul sistema dei controlli interni del Comune di Faenza ci conferma alcune carenze sostanziali e dà spunto a diverse considerazioni che riguardano temi che ci stanno a cuore, come la trasparenza, l’attenzione ai servizi, ai loro costi ed alla qualità, la gestione delle partecipazioni. Benché il tema sembri di carattere molto tecnico, per noi è motivo di considerazioni di portata generale. Proprio da questi rilievi si riscontrano caratteristiche immutate di questa amministrazione, in assoluta continuità con il mandato precedente. Le possiamo far emergere ripercorrendo le risposte alla nostra interpellanza consiliare del 29/2/2016, puntualmente fornita l’ultimo giorno concesso per evaderla (29/03/16).

L’amministrazione vuole rassicurarci circa la lieve entità delle 18 irregolarità, che non sono contabili ma amministrative e definite solo formali. Se su un campione di soli 2 contratti e 31 determine (2% degli atti del periodo) in 5 non viene indicato il Responsabile Unico del Procedimento (RUP) e in 4 sono carenti le motivazioni dell’atto, non si tratta solo di carenze formali. E questi numeri si riferiscono solo al II semestre 2014. Come dire, un errore nell’errore, perché avrebbero dovuto indicare per il 2014 alla Corte dei Conti 48 irregolarità e non solo 18. Si conferma, quindi, un numero elevato, in confronto a quanto segnalato dagli altri Enti oggetto della deliberazione della Corte dei Conti (per i Comuni, quelli della Regione con più di 15.000 abitanti). Inoltre, la Legge 241 del lontano 1990 enfatizza il ruolo del RUP in termini di efficienza e trasparenza dei procedimenti, legge che si deve ritenere ampiamente assimilata dall’amministrazione del 2016 (o 2014, se vogliamo fermarci al periodo di riferimento dei rilievi).

Il mancato ricorso al confronto ed adozione di pratiche virtuose messe in atto da altri Enti nell’ambito del Controllo di Gestione vengono ammessi come carenza. Per noi risulta un elemento davvero grave, perché impegna le limitate risorse dell’amministrazione a rifare, magari non in modo ottimale, percorsi già esperiti utilmente da altri e facilmente mutuabili. Vizio, questo, che nell’amministrazione si riscontra in tante attività, dalla pratica di tavoli di lavoro temporanei, alla mancata attuazione di mozioni approvate dal Consiglio che potrebbero essere rapidamente tradotte in realtà a vantaggio per tutti i cittadini.

Sull’attuazione dei programmi di mandato sotto il profilo qualitativo, si ammette che non esistono parametri e si lavorerà in futuro. Come dire che non è prioritario dire in che modo una cosa è stata portata a termine, basta dire: ”fatto!”.

Sul controllo sulla qualità dei servizi resi si dà conto dei casi isolati, in cui si opera, ma, ahinoi, raramente con strumenti di valutazione tecnicamente appropriati. Non consideriamo, infatti, appropriato, ricorrere a questionari di soddisfazione dell’utente (customer satisfaction), che non rilevano, appunto, la qualità, relativamente a servizi resi da appaltatori, specie quando sono gli appaltatori stessi che provvedono alla rilevazione, i cui risultati vengono poi controllati dal servizio comunale coinvolto.
L’omessa risposta sui tempi dei pagamenti è imputata ai problemi nel trasferimento dei dati, che però altri Comuni non hanno avuto. Qui, dobbiamo per esperienza diretta confermare che anche ciò che è ormai una banalità, come il trasferimento di documenti in formato elettronico è per questa amministrazione ancora un problema. Anche per lavoro di Commissione accade ancora che si cerchi di trasferire senza successo materiale per posta elettronica, con limiti di dimensioni, facilmente superabili con modalità che la rete rende disponibili gratuitamente.

E’ stata anche dichiarata una scarsa collaborazione con gli organismi partecipati, in particolare con quelli di cui si posseggono quote limitate. Considerando queste società devono operare a beneficio dei soci pubblici e, in ultima istanza, dei cittadini, che i consigli di amministrazione di questi organismi sono nominati proprio dagli enti pubblici e che nel rendiconto 2015, che sarà discusso nel consiglio comunale del 26/04/16, le partecipazioni sono valutate in 49,2 milioni di euro, un accesso tempestivo alle informazioni è dovuto. Purtroppo, invece, La gestione delle partecipazioni si sostanzia in una delega in bianco a società ed organismi che godono di ampia autonomia per il semplice fatto che assicurano al bilancio comunale qualche risorsa finanziaria, che però corrisponde ad un rendimento economico davvero scarso rispetto al capitale investito, e che in alcuni casi derivano da operazioni che “spremono” le società mettendone a rischio gli equilibri o impoverendone il capitale. Il tutto senza una vera attenzione ai servizi che dovrebbero, invece, rendere, in forma diretta, alla collettività. Senza parlare della storia di quelle partecipate che non hanno mai raggiunto nessun obiettivo ne’ di servizio pubblico, ne’ finanziario.

Contiamo che la rilevazione per il 2015, che sarà inviata alla Corte dei Conti il prossimo mese e che l’Amministrazione si è dichiarata disponibile a fornire su richiesta (atto peraltro dovuto), anche prima dell’esame della Corte stessa, sia foriera di confortanti progressi.


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