La nuova legge urbanistica regionale va fermata, riaperta al confronto e modificata!

La Giunta regionale dell’Emilia Romagna ha approvato in data 7 febbraio 2017 il testo del progetto della nuova legge urbanistica denominata “Disciplina regionale sulla tutela e l’uso del territorio”; testo, attualmente in discussione all’assemblea legislativa regionale, che è stato presentato come fondamentale per introdurre il principio del consumo di suolo a saldo zero, promuovere la rigenerazione urbana e la riqualificazione degli edifici, semplificare il sistema di disciplina del territorio, garantire la legalità.

Tante sono, in realtà, le criticità della legge. Con l’obiettivo dichiarato della semplificazione procedurale, il testo di legge introduce lo strumento degli accordi operativi pubblico-privati che vanno a sostituire completamente i precedenti strumenti di pianificazione urbanistica, lasciando agli Enti Locali l’onere di valutare in tempi rapidi gli oneri e gli impatti ambientali e sociali di ogni singola proposta. Le misure previste all’interno del testo di legge non prevedono misure cogenti per ridurre le espansioni ammesse dai piani vigenti non ancora attuate. Si lascia ai Comuni ampia libertà di attuare le previsioni del PSC e POC non ancora stipulate, per i prossimi 3 anni; l’incremento massimo del 3 per cento, proclamato come drastica riduzione del territorio edificabile avrà il suo effetto, in alcuni casi, solo fra 5 anni ed è quindi aggiuntivo e non limitativo delle espansioni urbanistiche attuali; sono escluse dal 3 per cento diverse casistiche, come nuove edificazioni legate ad attività economiche esistenti, le opere pubbliche o di interesse pubblico, i grandi interventi ritenuti “strategici” dal punto di visto economico. Non sono considerate consumo di suolo le “aree di completamento” a ridosso delle città previste attualmente dai piani; nel testo di legge vi è una completa assenza di indirizzo a ridurre gli ingentissimi aumenti previsti dagli strumenti urbanistici in vigore calcolati in circa 250 km/q. Vi sono, inoltre, osservazioni e critiche da parte di associazioni legate al territorio le quali auspicano un miglioramento del testo di legge, tramite modifiche ed emendamenti durante l’iter in assemblea legislativa regionale.

Stante, infine, le difficoltà in termini di personale e di carico di lavoro di molti uffici comunali, specialmente per i Comuni più piccoli, i nuovi accordi operativi introdotti rischiano di indebolire la capacità delle amministrazioni locali di tutelare l’interesse pubblico davanti alle richieste private, mentre la mancanza di uno strumento sovraordinante espone al rischio di una eccessiva discrezionalità e ad una disorganicità negli interventi di urbanizzazione sul territorio.

Abbiamo presentato, insieme al gruppo consiliare de L’Altra Faenza, un Ordine del Giorno (qui il documento completo), che verrà discusso nel Consiglio comunale di Lunedì 12 Giugno 2017, per dare mandato alla Giunta faentina, tra l’altro, di farsi portatrice nei confronti della Giunta e dell’Assemblea Regionale della richiesta di fermare l’iter di approvazione della Legge Regionale “Disciplina regionale sulla tutela e l’uso del territorio”, per consentire ulteriori approfondimenti e momenti di confronto con gli Enti Locali e le Associazioni rappresentanti i cittadini. E, conseguentemente, di promuovere le azioni necessarie per modificare e orientare maggiormente la Legge Regionale “Disciplina regionale sulla tutela e l’uso del territorio” verso una più immediata e cogente riduzione del consumo di suolo.


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