Ecco cosa ci riserva la ratifica del bilancio preventivo del Comune di Faenza…

Approvato dalla maggioranza il bilancio preventivo 2018, con il nostro voto contrario.
Una ratifica che esprime come si decida tutto in altra sede, visto che lo scorso 22 febbraio nel Consiglio dell’Unione dei Comuni della Romagna Faentina era già stato approvato il bilancio di cui l’atto comunale è parte.
Su come siamo arrivati a ciò c’è solo una grande certezza: senza il coinvolgimento dei cittadini interessati.
Cosa ci riserva questa amministrazione per il 2018?
Un altro aumento della spesa per i rifiuti (9,3/M di eu su 45,6/M di spesa corrente), la conferma delle aliquote massime per la Tasi e maggiori costi del personale, visto che a livello URF sono possibili assunzioni che ai singoli Comuni non erano consentite.
Si continuerà a far cassa in vari modi: per esempio rimborsando quote di patrimonio delle Holding partecipate, che però non hanno fondi da girare ai Comuni e si dovranno indebitare per pagare questi rimborsi.
Aumenteranno gli affitti passivi, grazie a nuovi contratti come scuola Europa e spazi ex-Faventia Sales.
Si dovranno destinare risorse per la messa a norma dell’immobile ex RB salotti (che assorbirà altri 800.000 euro per la bonifica da amianto ed altri interventi strutturali), acquisizione la cui opportunità è ancora tutta da dimostrare.
E quali risultati vengono assicurati?
Nessuno.
La gestione dei rifiuti continua a mostrare disservizi e le politiche serie di riduzione-riuso-riciclo sono ignorate; è sempre più un business al rialzo, con l’Autorità anti corruzione che boccia le proroghe infinite dei contratti pro Hera.
Non vengono esplicitati impegni sulla qualità dei servizi erogati.
Gli interventi che vengono pubblicizzati sulla stampa, come per esempio il recupero della Chiesa dei Servi, non sono nei piani approvati, almeno fino al 2020 (ma la stampa, sostiene l’amministrazione, pubblica notizie senza le verifiche del caso o con infondate estrapolazioni).
Per l’intervento cruciale della circonvallazione, pubblicizzato come imminente, si è in realtà spesata la progettazione, ma rinviato il lavoro effettivo.
Questo dopo promesse e spergiuri, all’indomani di incidenti mortali.
Anche la qualità dei lavori pubblici non è soddisfacente, visto che qualche giorno di pioggia è in grado di rendere molte strade dei veri colabrodi.
La stessa pianificazione degli interventi fa acqua da tutte le parti.
Letteralmente, nel caso del tetto della scuola Carchidio.
Non possiamo che essere contrari a simili bilanci, espressione di politiche degradanti.


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