ISIA Faenza: un caso tutt’altro che isolato. C’è bisogno di andare a fondo!

I vergognosi fatti di questi giorni, con la Direttrice-Presidente che si autonomina come insegnante sono purtroppo solo la punta dell’iceberg di una situazione degradata dell’ISIA, di cui noi del M5S di Faenza avevamo sentore già da molto tempo, tant’è che già tre anni fa, poi nuovamente lo scorso anno, avevamo chiesto all’Istituto informazioni riguardo ai piani di formazione.

L’ISIA era nato nel 1980 con un’impostazione veramente innovativa, sia come piani formativi che come criteri di selezione dei docenti da parte del Consiglio Accademico in base alla loro “fama conclamata “, docenti che dovevano ruotare in funzione dei corsi da avviare, sempre al passo con l’evoluzione del mondo dell’arte, tanto che dalla Germania e non solo ci copiarono il modello; poi però l’impressione è che il gruppo che decide le nomine si sia molto consolidato, per non dire incancrenito, su un giro chiuso ed autoreferenziale, tanto che oggi dei 43 insegnanti una quarantina sono sempre i medesimi ed i corsi sembrano più cuciti sulle persone che poi li tengono, che non ispirati alle tematiche più innovative e con ricerca all’esterno dei docenti più idonei. Sarà così?

A noi le cattedre sembrano letteralmente “blindate”. Già nel 2008, prima di lasciare l’incarico, ci risulta che l’allora direttore Mariani avesse scritto una lettera di fuoco a tutti gli organismi interni contro il decadimento dell’istituto e coloro che di fatto lo stavano portando in quella direzione.

Poi c’è la realtà di fondi provenienti da finanziamenti pubblici, circa 200.000 euro all’anno, a cui si sommano le importanti rette (a livello dei corsi universitari veri e propri), che servono oggi a mantenere un contesto con 43 insegnanti per 21 studenti (ci sono corsi attivati con solo due studenti iscritti, più qualche Erasmus!).

Poi occorre parlare del ciclo accademico, che teoricamente dura quattro anni ma che, a quanto ci risulta, quasi nessuno studente riesce a portare a termine nei tempi stabiliti; perché alla fine del ciclo sembra ci siano dei fantomatici “workshop” per la tesi (a pagamento) che prolungano i corsi e generano ovviamente costi importanti per gli studenti.

C’è veramente bisogno di andare a fondo, e questa occasione deve essere utilizzata dagli organismi competenti per farlo in modo totale, assicurandosi che la politica ne sia fuori e che si instauri nuovamente un sistema di competenze e meritocrazia, per far tornare l’ISIA un fiore all’occhiello della città e non più il costoso zimbello che oggi è diventato.

La Portavoce del M5S Michela Montevecchi, originaria di Faenza e particolarmente attiva nel corso di tutta la legislatura sull’ISIA come sul Museo Internazionale delle Ceramiche, ha partecipato questa mattina alla nostra conferenza stampa (qui un breve riassunto video), oltre ad essere già intervenuta sulla vicenda in Senato ed aver presentato una interrogazione parlamentare che sarà discussa a breve. Qui il comunicato stampa della Montevecchi.

Contiamo che, anche in questo modo, dal “centro” la situazione incresciosa che si è generata venga seriamente attenzionata.


2 risposte a “ISIA Faenza: un caso tutt’altro che isolato. C’è bisogno di andare a fondo!”

  1. Lorenzo scrive:

    Frequento l’ISIA di Faenza e vorrei far presente alcuni aspetti: Non sono mai stati organizzati corsi di italiano, nulla contro gli studenti cinesi ma non se ne sono mai visti in isia. Non abbiamo mai avuto corsi di incisione da cui nessun materiale tossico da smaltire. Pregherei il movimento di informarsi di quello di cui parla prima di farlo, in linea con il pensiero di cui si fa portatore.
    Se volete fare i paladini dell’informazione QUANTOMENO INFORMATEVI

    • Andrea Palli scrive:

      Ci dispiace gentile Lorenzo, ma evidentemente non ha letto nè l’articolo qui sopra, nè guardato il video con l’intervento della senatrice Montevecchi. L’articolo, scritto dal nostro gruppo locale dopo lo scandalo dell’auto-nomina, denuncia problemi e criticità reali relativi all’ISIA di Faenza (può smentire nei fatti qualche nostra dichiarazione?), mentre quando la senatrice nel suo intervento parlamentare fa riferimento ai corsi di italiano e ai materiali tossici da smaltire fa chiaramente riferimento a tutto il comparto dell’AFAM (Alta Formazione Artistica e Musicale) e non soltanto all’ISIA di Faenza (basta ascoltare…). Evidentemente quegli episodi sono avvenuti in altri istituti. Noi, in linea con il pensiero di cui ci facciamo portatori, come dice lei, ci informiamo sempre adeguatamente prima di prendere una qualsiasi posizione. Anche e soprattutto confrontandoci con persone informate sui fatti, che vivono le problematiche sulla loro pelle. Legga e ascolti meglio. Saluti.

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