Interpellanza sui cattivi odori emessi dalle distillerie faentine

Faenza “gode” della presenza di uno dei poli distillatori più grandi d’Europa che dà il benvenuto a chiunque transiti nella nostra città in arrivo dal casello autostradale e ci rende famosi, nostro malgrado, in tutto il Paese. La lavorazione nelle distillerie causa cattivi odori frequenti e persistenti. All’interno di ognuna di esse, inoltre, si trovano impianti di combustione (inceneritori a biomasse e, in un caso, con una percentuale a CDR) che immettono in atmosfera diossine, metalli pesanti e nanoparticolato, sostanze pericolose per la salute umana.

Il 31 ottobre e il 2 novembre, come già noto e ampiamente riscontrato sulla stampa, si sono verificati episodi diffusi di cattivo odore a Forlì. Il 31 ottobre la situazione aveva coinvolto un’area molto estesa della Romagna fino al mare. Le segnalazioni sono state numerosissime e gli operatori di Arpae sono intervenuti, effettuando misure, prelevando campioni e cercando le possibili cause in base alla provenienza del vento. Già il 2 novembre Arpae aveva segnalato che l’odore era risultato simile a quello che si sente vicino alle distillerie, come confermato anche dalla maggior parte dei segnalanti.

Il principale polo delle distillerie è collocato nel territorio faentino e si trova proprio nella direzione di provenienza del vento. Anche gli operatori di Arpae giunti in zona il 2 novembre hanno confermato la stessa tipologia di odore, verificandone la presenza sottovento alle distillerie e l’assenza, invece, sopra vento. Nella risposta al Consigliere regionale del M5S Bertani (che potete leggere qui) Arpae spiega poi il fenomeno atmosferico che ha causato l’avvertimento del cattivo odore, provocato dalle distillerie faentine, fino a zone così lontane.

Nel documento si legge che: “Ulteriori indagini più puntuali sugli stabilimenti, o lo stabilimento, che hanno generato questa diffusione di puzza proseguiranno inoltre per accertare eventuali responsabilità e per cercare di arginare in futuro simili situazioni”.

Abbiamo presentato una interpellanza (qui il testo integrale), che riceverà a breve risposta scritta, chiedendo al Sindaco e all’Assessore competente se ritengono accettabile che una buona fetta della cittadinanza faentina debba convivere quotidianamente con questi fastidiosissimi miasmi che compromettono pesantemente la qualità della loro vita; se ritengono che le tanto annunciate e sbandierate misure anti-odore adottate dalle distillerie, una in particolare, abbiano davvero migliorato la situazione; se non ritengono necessario invitare le distillerie all’adozione di ulteriori ed efficaci misure anti-odore ed anti-emissioni; se sono a conoscenza dei risultati delle ulteriori indagini più puntuali sugli stabilimenti, annunciate da Arpae nel documento allegato, per accertare eventuali responsabilità e per cercare di arginare in futuro simili situazioni.

Pochi giorni fa per episodi analoghi ripetuti di emanazione nell’ambiente di gas odoriferi e sgradevoli, denunciati da 700 cittadini riuniti in un comunicato, lo stabilimento della Bunge di Porto Corsini è stato messo sotto sequestro preventivo dai Carabinieri del NOE su mandato della Procura della Repubblica di Ravenna. Sequestro poi diventato, dopo qualche giorno, un dissequestro parziale a fronte di impegni precisi dell’azienda di porre in essere tutti i rimedi tecnologicamente possibili per ridurre il grado di intollerabilità dei miasmi puzzolenti.
Vogliamo arrivare a questo punto anche a Faenza e sperare in un sequestro analogo a quello ravennate per vedere interventi seri prendere corpo?


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