Gestione rifiuti: era meglio se non c’Hera

noHeraSe vi infastidiscono i rifiuti che traboccano dal cassonetto e rimangono a terra per giorni e giorni, provate ad esaminare come funziona il servizio nel suo complesso. Da una parte Hera chiede sempre più soldi al Comune ed il Comune ribalta la richiesta sui cittadini, dall’altra paga sempre meno chi effettivamente svolge il servizio, assegnato con gare al ribasso. In più Hera viene pagata per il servizio di emissione e incasso delle bollette. E se qualcuno non paga le bollette? Pagano gli altri cittadini; Hera non assume nessun rischio! E se il Comune non applica politiche di riduzione dei rifiuti? Paga sempre il cittadino, per alimentare un Fondo di incentivazione alla prevenzione e riduzione dei rifiuti. Chi paga per le speculazioni nello smaltimento di rifiuti assegnato ad un soggetto che guadagna di più se si producono più rifiuti? Paghiamo sempre noi cittadini, con soldi, devastazioni dell’ambiente e veri attentati alla nostra salute. Lo stesso attore che esce vincente da questa catena di deplorevoli situazioni è scelto dalle amministrazioni per educare i bambini ed i ragazzi con interventi nelle scuole. In Italia non mancano certo gli esempi virtuosi. Scegliamo di avere un futuro. La gestione attuale lo pregiudica enormemente.

Ogni anno, una agenzia territoriale di emanazione regionale, ma con autonomia amministrativa, contabile e tecnica, Atersir, determina, in accordo con Hera, il costo totale del servizio rifiuti effettuato per il Comune di Faenza. Già in questa fase si evidenza una carenza fondamentale nelle possibilità di controllo e verifica su come questi costi vengono quantificati da Hera. Il risultato è che al Comune viene chiesto ogni anno un importo più alto, senza modifiche nel servizio. Hera, invece, paga sempre di meno chi svolge effettivamente il servizio.

Sì, perché Hera, società costituita da enti pubblici per fornire un servizio pubblico, è ora una multiutility quotata in borsa, in cui i soci pubblici sono in minoranza, ma valgono, ai fini delle principali decisioni di governo della società come se fossero maggioranza per effetto del “voto maggiorato”. Una società che ha come obiettivo fare utili ed un modo per farlo è far svolgere i lavori, come la raccolta rifiuti, assegnandoli con gare al ribasso.

E’ appena avvenuto per il servizio sul nostro territorio. Abbandonate le società locali, abbiamo subito disagi evidenti con i rifiuti non raccolti ed abbandonati in strada, che ricordano situazioni già viste altrove. Intanto diventano di pubblico dominio inquietanti informazioni su Aimeri Ambiente, capogruppo del consorzio Ambiente 2.0 in cui rientra anche la Pianeta Ambiente (società esterna al gruppo Biancamano, ma il cui socio finanziatore risulta la Biancamano), che si è aggiudicato l’appalto di Hera presentandosi in Rti con la Cooperativa sociale Orso Blu. E’ partito il ricorso presentato da Ciclat Trasporti Ambiente, ma intanto il contratto è in mano al nuovo fornitore. Per non parlare della speculazione sullo smaltimento dei rifiuti raccolti.

Se chi raccoglie i rifiuti è lo stesso soggetto che gestisce lo smaltimento, è facile che si producano delle commistioni pericolose. Infatti, Hera ed Herambiente sono già state condannate nel 2014 dall’Antitrust al pagamento di una multa sanzione di circa 1,898 milioni di euro per abuso di posizione dominante nei mercati collegati alla raccolta differenziata di carta in numerosi comuni dell’Emilia Romagna. Se questo non basta a delineare i veri interessi del gestore, possiamo parlare della discarica Tre Monti, oggetto delle brame di ampliamento da parte di Conami, che la affitta ad Hera, che guadagna dallo smaltimento in discarica, perseverando anche di fronte al rilevamento di inquinanti pericolosi che escono dalla discarica.

In questo poco apprezzabile quadro inseriamo qualche dato: il costo base previsto a piano per la raccolta rifiuti passa per Faenza da 7.833.540 euro del 2015 a 8.068.793 (+ 10 di IVA) nel 2016. Il servizio di gestione delle bollette porta ad Hera altri 269.521 euro. Il Comune riduce gli sconti concessi a particolari soggetti ed anche il fondo per il disagio sociale. Il costo per la collettività, per la mancata attuazione di politiche di riduzione dei rifiuti 2016, è di 116.349 euro, che vanno al fondo di incentivazione alla riduzione dei rifiuti. Verranno stanziate dal fondo per attuare simili politiche su Faenza 82.108 euro, ma da chi saranno gestiti e come?

Il Movimento 5 Stelle ha sollecitato l’amministrazione per tutto lo scorso mandato a cambiare rotta (come abbiamo sempre continuato a fare, anche ultimamente, votando contro le delibere con cui nel Consiglio comunale del 26 Aprile l’attuale maggioranza ha ancora ratificato questo sistema). Puntiamo su raccolta porta a porta e tariffa puntuale; si paga per quanto si produce e, soprattutto, si attuano principi con obiettivo “Rifiuti Zero”; Riduzione della produzione, Riuso, Riciclo. Continueremo a diffondere le ragioni ed i dati che conducono a cambiare rotta.

E non sono i gestori attuali della “Cosa Pubblica” e dei servizi pubblici che vogliono, possono e sono in grado di farlo.


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